mercoledì 2 dicembre 2020

Motom tipo Giovannetti, 1953

Lo sognavo da anni. Da quando, nel 1996, vidi la sua foto su una rivista di moto d'epoca. Giovannetti, vincitore della sottoclasse 50cc al Motogiro 1953, quasi 2000 km a 64 orari di media. Su un rigido. Parzialmente reso elastico con due molle piazzate dal supporto sella. Passano gli anni, ma non si spegne la fiamma. Ora, il suo motom era di certo un C ben modificato. Vallo a trovare un C e poi...modificare! La sorte e la ricerca mi hanno portato a reperire un più recente 12E ..del 1953. Con l'anno ci siamo! E rigido...è rigido!
Durante la clausura Covid ho provveduto a creare i pezzi che mi sarebbero serviti alla bisogna. Quindi: manubrio a bacchetta sportivo, partendo da un manubrio condor da bicicletta opportunamente modificato coi leveraggi per il cambio a bacchetta. Un poco largo e non troppo sportivo, come ben si evince dalle foto originali di Giovannetti. Di seguito, motore con coppa olio maggiorata Rosati, compressione leggermente aumentata e ..moderno carburatore da 14mm.
Lo so, stona un poco: ma volendolo usare a manifestazioni o...al raduno di Monza, agevola moltissimo la partenza e la progressione! Infine,scarico a megafono su condotto lunghissimoo ( grazie al superesperto Claudio Chinaglia, vero signore). Il megaforno l'ho costruito io in lamiera su specifiche di uno originale. Per la ciclistica ho provveduto ad eliminare il portapacchi e ad aggiungere una sella sportiva Prestigio con rialzo posteriore, resa parzialmente elastica con due molle sui supporti: un poco molleggia!!! Dalle foto si evince come fosse montato un poco aggraziato serbatoio supplemnetare sul suo originale a saponetta: in attesa di reperire un autentico Tebaldi anni 50, fornito accessorio del tempo, mi sono accontentato di mettere su un serbatoio del superelle che tanto gli somiglia: l'effetto c'è!!!
Eliminati i pedali, o meglio...tagliati ( non gli originali eh!!), ho creato una leva di messa in moto pieghevole sulla sinistra e una pedana fissa sul supporto destro. Pedane posteriori pieghevoli per ...pose a rana per guadagnare aerodinamica!!! A tal proposito mi sono permesso un'aggiunta un poco.. sportiva: piccolo parabrezza per fendere l'aria e non patire oltre i 70 orari! Infine infine..tabelle portanumero in lamiera : per una volta col poco umile numero 1, numero di Giovannetti. Il Motom romba gagliardo: sia pur meno potente di un motore superpompato, credo darà delle soddisfazioni,la prima volta che avrò occasione di usarlo!!!

mercoledì 24 giugno 2015

Ambrosino, benellino da gara!


Dopo tanti e tanti benellini passati tra le mani, capitandomi un telaio dello sport prima serie ( 1958-1961), ho pensato di ricreare un Benellino da corsa sulla falsariga di quelli che correvano in quegli anni.



Navigando sul web si trovano diversi esemplari, anche molto blasonati, che corsero persino il TT!
Sopra vedete il mago del 2 tempi jan thiel sul suo benellino durante una gara !






Immancabili in questi esemplari sono il telaio con doppia culla ascendente posteriore e ….lo scarico a megafono!

Persino Jan Thiel, il mago del due tempi, correva ….a megafono aperto!

Il motore è sempre lui, che io ho personalmente elaborato con cambio a 4 marce a manopola girevole ( era così anche sugli ufficiali Benelli !).


La testa è stata leggermente abbassata, circa 8/10 di mm, i condotti lucidati alla morte  e il carter destro…alleggerito !

Infatti, se si guardano gli ufficiali, sulla destra si notano le medesime scanalature per poter far circolare l’aria sul volano magnete, croce e delizia di quel tempo …soprattutto sul condensatore che quel caldo afoso proprio non lo regge a lungo!



Tra testa e cilindro mi sono concesso una lastra di rame, che usava più sugli itom di quel tempo…l’utilità sarà dubbia, ma fa tanto racing!

Il carburatore è un Dellorto MA 17 B, tarato un poco più grasso ( getto massimo 80 per intenderci) per la specifica dello scarico a megafono.

I cerchi sono da 19 pollici, raggiati su mozzi Way Assauto dall’ottima efficacia frenante.

Parafango anteriore a 180° ( era cosi anche sul raro Supersport di serie) e pedane posteriori fisse.

La leva freno me la sono costruita da me, sforacchiata come si usava all’epoca….anche pochi grammi in meno hanno una valenza psicologica non da poco!


Serbatoio di serie e sella di uno Sport seconda serie completano il mezzo.
Ovviamente numero 23 in onore del grande Dario Ambrosini, alfiere della Benelli e campione del mondo 250 cc, perito tragicamente ad Albi nel 1951.

Inutile dire che il motore risponde bene e, se non prende i 10000 giri del modello elaborato in Casa dall’Ing.Galli, ….pochissimo ci manca!


Il risucchio in rilascio del corto megafono esalta anche il motociclista più ipoacusico, costringendo il vicinato a svenarsi in costose bollette per i continui richiami alle forze dell’ordine preposte al silenziamento..coatto!

Se tutto va bene lo proverò alla classica rievocazione in salita valmala Montemale….faremo a gara ( acustica) con qualche Norton manx!

mercoledì 13 novembre 2013

Ciclomotore 48: il primo Benellino!


Benelli..Benelli e ancora Benelli!
Qualcuno penserà ad una fissazione, e così è !
Per anni li ho cercati e collezionati ed ora voglio condividere con voi lettori questa passione!
Questo esemplare poi, non immaginate nemmeno quanto l'abbia inseguito: lo cerco da quando ho 13 anni e l'ho trovato, come volevo io, conservato bene, solo due anni fa!
La Benelli mise sul mercato una sorta di prototipo di 48  nel 1956, quando il mercato  era già ben servito.
Il Ciclomotore, così venne chiamato, era sostanzialmente identico a questo del 1957, salvo che per alcuni dettagli ai carter motore e al fanale posteriore.
La forcella è a biscottini, come sarà montata sui Ciao anni dopo, assemblata su di un telaio in lamiera stampata.

La sua efficienza è ottima, a meno di non prendere a tutta manetta fossi da mezzo metro!
I cerchi sono molto alti, cosa insolita per un Benellino: essi sono da 20 pollici e montano mozzi con freno a tamburo centrale in alluminio della Amadori.

Più avanti, per contenere i costi, saranno a tamburo laterale in lamiera stampata che fanno ora tanto..vintage ma poco..freno!
Il motore presenta i carter completamente in alluminio con la scritta Benelli in pressofusione ( cambieranno con la nuova linea a partire  dal 1963).

Il carburatore è il solito Dellorto T4 12 SA, da 12 mm, e respira in zona centrale sotto le nervature del telaio.
Da notare come i motori delle prime serie abbiano un po' di ..pepe in più rispetto a quelli della produzione post '59, quando entrerà in vigore il nuovo Codice, che aboliva la pedaliera obbligatoria per i ciclomotori ma ne limitava drasticamente la velocità a 40 km orari.
Infatti questi Benellini sono dati per 60 km orari da catalogo, ma levando qualcosa alla corona si toccano abbastanza facilmente i 70 orari se il motore è bene a punto!
Sotto il parafango posteriore, incorporato al telaio, trovava posto un pratico portapacchi e , più sotto ancora, un minuscolo sportellino ove riporre libretto ed attrezzi ( particolare che spesso veniva smarrito e , come questo esemplare, rimpiazzato da un pezzetto di lamierino)

Una considerazione infine sulla linea ed i colori.
Questo modello poteva essere scelto in due opzioni: Rosso-bianco come quello in foto e Azzurro-bianco.

Seppur la linea non si scostasse da quella delle centinaia di 48 disponibili allora, il faro incorporato nella forcella e quella scritta dorata sul serbatoio bicolore ne fanno, agli occhi dell'appassionato, un oggetto di bello stile e un indicatore del tempo encomiabile.

mercoledì 6 novembre 2013

Benelli Rigido 1960


Continuiamo la rassegna sui piccoli grandi ciclomotori Benelli, per esaminare questo esemplare molto raro di Benelli Export , denominato ufficiosamente "Rigido".
Il motorino è stato prodotto dal 1958 sino al 1962 inoltrato, quando entreranno a catalogo le nuove versioni Export a telaio in lamiera.
Questo modello è caratterizzato dall'estrema semplicità , con un telaio in tubi senza ammortizzatori posteriori, al fine di contenere i costi di produzione e quindi il prezzo finale.

Ciononostante, seppur dotato di una linea filante ed aggraziata, e dal solito motore pepato Benelli, non ebbe il successo che forse meritava.
Ciò è dovuto, oltre che allo scarso confort che anche i modelli più comuni potevano ormai offrire ( i micromotori stavano cessando di esistere), anche alla tendenza dei tubi sottosella a creparsi per minime asperità.
L'esemplare in mio possesso, conservato e con pochissimi chilometri, non è esente da questa pecca, e anche altri Rigidi da me osservati presentano la stessa anomalia.

Il modello resterà a catalogo circa 4 anni, senza sostanziali cambiamenti se non per dettagli, come il fanale anteriore che nei primi eesmplari è più corto ( tipo quello del Guzzino), e sugli ultimi, come questo in foto, è del tipo CEV commerciale.

Le manopole sono bianche con la scritta "Benelli" in rilievo e leve "Ali Saker" in ferro.

La marmitta è la medesima montata sul modello primigenio "Ciclomotore" del 1957 che presenterò più avanti, con il corto tubicino che sfoga i gas nella sogliola sotto il motore , dotata di due pannelli forati interni per attutire il rumore.

Molto spesso questi venivano eliminati durante la frequente pulizia che occorreva effettuare a causa degli olii di un tempo di qualità pessima: ecco che il Benellino cantava con ancor più vigore baritonale, ed era udibile a chilometri di distanza!

mercoledì 20 marzo 2013

Motorin OVADA 19 Maggio 2013

Ricevo e pubblico dall'organizzatore Nico Bonaria, di Ovada:



 
5° motorinOvada
19 maggio 2013

Apertura iscrizioni alle ore 9,00 luogo di ritrovo Ovada (AL), Via Fiume segnalato con frecce da ogni ingresso alla città.

All’iscrizione i partecipanti riceveranno la borsa contenente il gadget della manifestazione, documentazione varia inerente Ovada e l’ovadese, prodotti alimentari locali.

A disposizione dei partecipanti ci sarà un buffet per la colazione e alle ore 11 si partirà per un giro turistico tra le colline dell’ovadese  (km 20 circa) con sosta alla Frazione Costa di Ovada presso la S.A.O.M.S. per l’aperitivo.

Finito l’aperitivo ci sarà la prima prova sportiva consistente nel Finto Gran Premio di Fondo Valle, posteggiati i ciclomotori a lisca di pesce al lato della strada i conducenti si disporranno dalla parte opposta della strada (tipo Bol d’Or), al via del giudice correranno ai mezzi e a motore spento percorreranno una discesa di circa 2,5 Km per raggiungere il traguardo, il tutto con la strada chiusa al traffico. Ci saranno 3 categorie una per ciclomotori a pedali, una per ciclomotori senza pedali e la categoria dedicata alle donne, nostre compagne di avventura loro malgrado.

A questo punto il gruppo si ricompatterà e ci sarà il trasferimento presso gli stand di Paesi e Sapori per il pranzo.

Nel pomeriggio ci sarà la gimkana, la gara di rallentamento e la novità di quest’anno che consiste nella gara di arresto.
La gimkana è un gimkana classica, la gara di rallentamento consiste in un tracciato rettilineo dove bisogna arrivare ultimi senza appoggiare i piedi in terra, la gara di arresto partendo da un apposito tracciato di rincorsa bisogna arrestarsi facendo strisciare la gomma, vince la strisciata più lunga,  il tutto diviso per categorie.

Seguiranno la premiazioni.

Con l’iscrizione di € 15,00 è compresa la borsa con i gadget, colazione, aperitivo, una portata a scelta tra gli stand di Paesi e Sapori e una bevanda.

I potenziali partecipanti potranno trovare ulteriori informazioni su www.motorinovada.altervista.org , oppure richiedere informazioni all’indirizzo e mail  motoclan50cc@gmail.com   o telefonare a Nico 339 8169371

Il raduno è pensato per utilizzare i ciclomotori d’epoca che abbiamo nelle nostre collezioni ma non abbiamo occasione di utilizzare ma anche per passare una giornata divertente, conoscerci tra appassionati, ammirare i ciclomotori del passato………..


 

venerdì 8 marzo 2013

La passione di Lorenzo

Lorenzo ha 16 anni e come me è appassionato di ciclomotori d'epoca.
Sembra di sentire la mia storia, anche io a 10 11 anni ho cominciato a raccogliere, per nulla o ...pochissimo, tutti i ciclomotori che capitavano, rendendoli funzionanti e ridando loro una dignità che pareva dovesse terminare msotto chili di polvere, quindi, la discarica.
Molti li ho ancora, anzi, quasi tutti ( saranno un centinaio).
Poco a poco li pubblicherò, presentiamo ora però i 48 di Lorenzo, tutti ben lustri e , credo!, funzionanti.
Pezzo "antico" questo Garelli M del 1963, serbatoio a goccia e motore dal rombo pieno ( ne ho un paio e garantisco che vanno come il vento).
Vediamo poi dalla foto una notevole colezione di Garellini, oltre a quello del 1963:
 Garelli vip 2 del 1981, Garelli Gulp matic del 1970,Garelli Vip 2 de luxe,  Garelli Gulp matic del 1974,Garelli Vip 3.
In primo piano una coppia del mitico Ciao Piaggio, uno special del 1969e il celebre Px 1984.
Intravedo anche un Atala Master dei primi anni '80 dal cupolino aggressivo e il motore a testa quadra, anche lui bello cattivello.
Se la vista non mi inganna il parafango dietro al Master dovrebbe celare un Califfo K prima serie  1979 dal motore lamellare , 2 marce automatiche ( ne presenterò uno elaborato da me troppi anni fa, col quale raggiuns i 120 km orari...in discesa!).
Accanto vi è anche un califfone più del 1980.
Lorenzo ricorda che tutti i suoi motorini son funzionanti e dotati di libretto di circolazione.
Complimentissimi dunque a Lorenzo che ( un poco più avanti) porta il sogno di aprire un Museo dedicato al 48 d'epoca.
A presto pertanto per una collaborazione vivace e appassionata su questo Blog!




venerdì 4 gennaio 2013

Parillino...Guzzi!!!

Ciclomotore raro e curioso, questo che presentiamo oggi.
Trattasi di un Parillino 49 , prodotto dalla Parilla da metà anni 50 sino alla chiusura nel 1962, ma commercializzato dalla Moto Guzzi nel 1962, poco prima del lancio del suo famoso Dingo nel 1963.
Probabilmente, per non perdere la fascia dei 48 che allora spopolava rispetto alle 125 e oltre, la Guzzi decise di correre ai ripari in modo frenetico, e nell’attesa che il Dingo vedesse la luce di rilevare uno stock di motorini Parilla invenduti per affacciarsi di questa fascia di mercato.
Ecco che troviamo dunque i carter motore e il serbatoio privi del logo “Parilla” , mentre sul canotto di sterzo e la marmitta compare la scritta “Moto guzzi”.

Il motorino presenta una linea molto particolare, con il grosso tubo portante che diparte dal canotto e con uno slancio scende sino a divenire portante per il motore sino a risalire sopra il parafango posteriore.
Le ruote sono da 18 pollici, montate su mozzi in lamiera stampata di efficacia…così così.., lontano ricordo dei bei mozzi in alluminio degli anni passati.
Il motore è un robusto 3 marce con cilindro leggermente inclinato in alto, per migliorare il raffreddamento e lo riempimento dello stesso.
Possiedo anche un motore più anziano, a sole due marce: negli anni la clientela si è fatta più pretenziosa e il motore è stato così aggiornato.
Le leve al manubrio sono le commerciali Ali- saker, con leve in alluminio ( montate anche sui Benellini anni 60 e altri).
L’alimentazione è affidata al classico carburatore Dellorto T4 12 che sporge in avanti e presenta un particolare filtro per evitare che eventuali oggetti presenti nell’aria della corsa possano penetrare nel condotto.

L’avviamento è a pedali.
Il parillino prodotto dalla Parilla esisteva in versione Turismo ( questa presentata) e Sport,
conserbatoio maggiorato, sella lunga , ma identico motore.
Di questo motore esisteva anche la versione a 4 tempi a valvole in testa, decisamente più rara, raffinata e…costosa!!
In attesa di reperirne uno..godiamoci questo bel 2 tempi carico di storia e…passione! contentiamoci di questa rara versione  "Bimarca!!
Curiosità:ritrovato completo e conservato come da foto nella Val Pellice, esteticamente ha richiesto solo una bella spolverata.

Meccanicamente il motore era bloccato perchè fermo dal 1975 e si è dovuto provvedere allo sbloccaggio dello stesso e sostituzione delle fasce elastiche del pistone.

Qualche cuscinetto reclama la sostituzione, e rugna un poco ma....provato su strada porta ancora a spasso egregiamente!