Così recitava una bella canzone del primo dopoguerra, legata alla popolarità del celebre micromotore che andiamo a presentare, avendone reperito uno in eccellente stato di conservazione.
A metà del secondo conflitto mondiale, un progettista di nome Aldo Farinelli sviluppò un prototipo di motore ausiliario da montare su una bicicletta: il Cucciolo.
Il progetto di Farinelli presentava numerosi vantaggi rispetto alla
concorrenza, in particolare il ciclo a quattro tempi e il cambio a due
marce che sfruttava appieno la potenza del motore.
Nel 1945 il complesso Ducati decise di ampliare il campo delle sue attività iniziando la
costruzione del Cucciolo e rilevandone tutti i diritti di produzione.
Nel marzo 1946 uscirono, così, i primi dieci motori Cucciolo Tipo 1,
costruiti su concessione "S.I.A.T.A.", e presentati alla Fiera
Campionaria di Milano nel settembre 1946.
L'azienda mise sul mercato anche una versione sportiva del T2 in grado di
erogare 2CV di potenza e di raggiungere una velocità di punta di 60km/h.
Il modello che qui presentiamo è appunto un motore cucciolo seconda versione.
Ritrovato fortuitamente presso una vecchia officina nelle valli di Lanzo, esso ci è pervenuto corredato del cartellino che recita l'avvenuto tagliando e ..la sola necessità di provvedere a bollo e targa!
Ciò che colpisce l'occhio è il complesso molleggio posteriore a doppia molla , copiato da quello Gilera in voga negli anni 30-40.
All'anteriore troviamo una forcella a parallelogramma , sulla quale è infulcrata una ruota da 24 pollici montata su un mozzo con freno a tamburo laterale.
Motorino d'eccellenza, questo possiede 4 marce: due nel motore comandate a manopola girevole sulla sinistra e...altre due nel mozzo posteriore Rambaudi-Torino comadate da manettino sul lato destro ( ricavato da un cambio Vittoria ciclistico anni 30!!).
La potenza in gioco è modesta, ma il sound è da vera motocicletta, con le aste e valvole a vista che creano un piacevole e suggestivo spettacolo per gli amanti della tecnica motoristica.
Provato su strada, esso appare agli occhi del motocliclista odierno come una simpatica trappoletta strappa-sorrisi, ma collocandolo nel suo tempo, quando avere una bicicletta era già un lusso, figurarsi motorizzarla con un motore a benzina!
Versioni "dedicate" come questa erano poi una vera manna dal cielo per i pochi che potevano, spesso contraendo debiti, permettersele e godersele.
Non credo lo restaurerò, anzi, due camere d'aria nuove e benzina fresca e...un giretto qualche volta all'anno.. per la sua età, va già bene!